Friday, June 10, 2011

Filosofia per i piccoli

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La filosofia non ha certo la reputazione di un sapere per ragazzi. I pochi insegnamenti che contemplano una formazione filosofica sono destinati agli studenti degli ultimi anni del liceo o all’università. Ciò ha sempre avuto una giustificazione pedagogica: la mente del bambino non sarebbe adatta all’istruzione filosofica. Secondo Jean Piaget, i bambini sarebbero privi delle strutture cognitive adeguate per “pensare il pensiero”, ossia per riflettere sulla loro stessa attività concettuale. Inoltre, dato che scopo dell’istruzione è dare certezze al bambino e instillargli concetti chiari e distinti con cui leggere il mondo, la filosofia sembra una pericolosa insidia, un continuo rimettere in questione i fondamenti stessi della realtà e della conoscenza.

Eppure quale genitore non si è trovato davanti a domande imbarazzanti dei propri figli, come: “Ma se Dio è dappertutto, come fa a essere dove sono io?” oppure “Se una cosa è uguale a se stessa, come fa a essere uguale a un’altra?”

La psicologia più recente, pace Piaget, sostiene che i bambini siano capaci di utilizzare categorie concettuali astratte ancor prima di apprendere il linguaggio. I lavori sullo sviluppo cognitivo di Susan Carey, Elisabeth Spelke, Alison Gopnik (si veda il suo libro: Il bambino filosofo, 2010, Bollati Boringhieri) mostrano centinaia di esperimenti in cui i bambini ragionano con categorie astratte, come oggetto, identità, causa, effetto, etc. dai primi giorni di vita.

Non sarà dunque una vecchia concezione dell’infanzia, e un antico riflesso autoritario che premia le certezze contro il dubbio a escludere i bambini dal mondo della filosofia? A giudicare dal successo dei libri di Oscar Brenifer e Jacques Desprès, sembrerebbe di sì. Oscar Brenifer è un filosofo che propone ateliers di filosofia per i bambini. I suoi libri, illustrati da Jacques Desprès e pubblicati da ISBN, sono dei veri e propri esercizi di stupore filosofico: un oggetto è uno o è una moltitudine di particelle? Una persona sola può esprimere una verità oggettiva? Il libro dei grandi contrari filosofici è organizzato intorno ad opposizioni concettuali: uno/molteplice, finito/infinito, essere/apparenza. Il libro dell’amore e dell’amicizia mostra come possano esistere punti di vista diversi su questi due sentimenti fondamentali, e Il libro del bene e del male affronta le grandi questioni etiche.

Tra i libri per bambini che vanno per la maggiore in Francia, Les Philofables di Michel Piquemal (Albin Michel), parabole filosofiche che guidano il bambino nel mondo del dubbio, del paradosso e dello spirito critico.

Come scrive Roberto Casati nella sua bella Prima lezione di filosofia (Laterza, 2011), lo sforzo di negoziazione concettuale a cui la filosofia ci costringe, la capacità di venire a patti con le proprie certezze per comprendere gli altri, è un esercizio che non ha età.

2 comments:

Andrea Tortoreto said...

La filosofia per bambini è senza dubbio in forte ascesa, grazie all'impegno di numerose persone che credono in essa. Personalmente conosco persone che se ne occupano senza però avere mai partecipato direttamente a degli incontri. Una volta mi è stata riferita una cosa che mi pare calzi a pennello con questo post. In un incontro con bambini di sei anni, in sui si parlava di Dio, uno dei piccoli partecipanti ha posto questa domanda: se l'universo è infinito, come può Dio che lo ha creato essere più grande dell'infinito?

B4Motion said...

Very creative posst